l’avocado è sì ricchissimo di grassi (20 gr per ogni 100 gr di avocado) ma si tratta principalmente di grassi monoinsaturi, i cosiddetti “grassi buoni”. Questi non solo forniscono energia e fanno bene alla salute cardiovascolare, combattendo il colesterolo cattivo (LDL), ma hanno anche un altro ruolo fondamentale: aiutano il nostro corpo ad assorbire meglio altre sostanze benefiche contenute in altri alimenti quando li mangiamo insieme all’avocado. Per esempio, quando lo mettiamo nell’insalata, ci aiuta ad assorbire meglio le vitamine liposolubili contenute nelle altre verdure.
Inoltre l’avocado è pieno di potassio (ne contiene più delle banane – circa 507 mg per 100 gr contro i 422 mg di una banana media) e vitamine importanti come C, E e K1, ed è anche ricco di fibre essenziali per la digestione.
Infine, sebbene sia un frutto con una densità energetica media (cioè abbastanza calorico), la sua alta percentuale di acqua (circa il 72%) e di fibre (circa il 6,8%) lo rende un alimento che può contribuire alla gestione del peso e promuovere un invecchiamento sano.
Posso coltivare l’avocado nel mio giardino?
Ecco queste proprietà già in tempi non sospetti facevano dell’avocado una ricca fonte di energia. Per questo gli esploratori ne facevano uso e, dopo la scoperta dell’America, venne importato in Europa, per la prima volta in Spagna, nel XVI secolo. Però, se io piantassi un seme di avocado nel mio giardino, ci vorrebbero dai 7 ai 12 anni per avere il frutto, e soprattutto la probabilità che esca un frutto buono è molto bassa. Il motivo è la complessa biologia riproduttiva dell’avocado, caratterizzata da una grande variabilità genetica. Un po’, per capirci: come noi che siamo tutti diversi perché abbiamo genitori diversi, così l’avocado difficilmente darà lo stesso frutto per ottenere una produzione standardizzata tramite semina. Quindi come abbiamo ovviato a questo limite? Se per i nostri antenati probabilmente è stato davvero complicato ricavare frutti buoni dalla coltivazione diretta, all’inizio del 1900 abbiamo adottato il metodo dell’innesto. Questa tecnica consiste nel replicare una pianta madre da cui il frutto è riuscito bene, per ottenere dei cloni. Questi alberi innestati impiegano solo 2 o 3 anni per fiorire e fruttificare, e garantiscono frutti di qualità sempre più alta e costante.
Storia dell’avocado Hass: la varietà più diffusa al mondo
Oggi, almeno il 90% della produzione industriale mondiale riguarda la varietà Hass. La pianta madre della varietà Hass è nata per caso sul balcone di un postino Rudolf Hass, in California. Nel tentativo di coltivare la varietà “Fuerte”, la più apprezzata prima della diffusione della Hass per la sua buccia sottile e il colore brinatallante, Rudolph si ritrovò con frutti strani: brutti fuori, con buccia nera e rugosa… ma buonissimi dentro. La polpa era cremosa, burrosa e il gusto più intenso della Fuerte. Per capirci, il postino si trovò tra le mani qualcosa di unico e nel 1935 brevettò la varietà chiamandola con il suo cognome, Hass. Tutti gli alberi di avocado Hass coltivati oggi discendono geneticamente da questo singolo “albero madre”.