Occhio al “falso miele” che arriva dalla Cina: i consigli dell’esperta per evitare brutte sorprese

Esatto. Sono tantissime le frodi possibili. La legge italiana è molto restrittiva e stabilisce che si può parlare di miele solo quando il prodotto deriva dalla trasformazione di nettare o melata da parte delle api mellifere. Inoltre, è obbligatorio indicare il paese di origine del miele. A quest’ultimo non può essere aggiunto niente, neanche una goccia di olio essenziale: altrimenti diventa automaticamente un’altra categoria commerciale, e in tal caso si potrà parlare di prodotti a base di miele.

Lo sciroppo di riso non fa male alla salute, ma si sta chiaramente frodando il mercato, facendo passare un prodotto a basso valore commerciale come un prodotto più pregiato. Si ingannano i consumatori e si danneggiano gli apicoltori italiani. Se guardiamo ai numeri relativi alla produzione di miele a livello mondiale, notiamo che la Cina è l’unico Paese dove continua ad aumentare, mentre in tutti gli altri continenti si registra un calo. Questo fa pensare.

Come si distingue dal miele autentico?

L’unico modo è attraverso analisi di laboratorio, tra l’altro molto sofisticate. I metodi fai da te non sono affidabili.

Come ci possiamo allora difendere da eventuali frodi?

Fondamentale è controllare la provenienza. Comperare un prodotto che proviene dalla Cina è un po’ come andarsela a cercare; i Paesi dell’Est Europa sono grandi produttori di miele, ma c’è anche naturalmente il miele italiano. L’arma migliore, però, è la conoscenza del prodotto. I mieli uniflorali, ma anche i millefiori territoriali, sono molto difficili da copiare rispetto a quei mieli che sono standardizzati a livello organolettico dall’industria.

Perché distinguiamo così bene il parmigiano reggiano o una mozzarella di bufala da un formaggio indefinito, e invece potremmo farci ingannare sul miele? Ti accorgeresti subito se ti vendono un caprino al posto di un pecorino, mentre non capita lo stesso se ti vendono un miele di sulla per uno di acacia. E poi, perché del tuo territorio conosci bene la varietà dei formaggi o quella dei vini, ma non quella del miele? Si dovrebbe partire dal recuperare un po’ il rapporto diretto con gli apicoltori locali.

vedere il seguito alla pagina successiva

Laisser un commentaire