Azione prebiotica
Le fibre alimentari nutrono i batteri intestinali benefici, i quali giocano un ruolo cruciale nella regolazione della glicemia attraverso la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA).
Riduzione dei marker infiammatori
Studi clinici mostrano che l’integrazione con semi di lino può ridurre citochine pro-infiammatorie (es. TNF-α, IL-6) implicate nella resistenza insulinica.
Riduzione dell’emoglobina glicata (HbA1c)
In soggetti con diabete di tipo 2, un consumo regolare (10-20 g/die) ha dimostrato una lieve ma significativa riduzione dell’HbA1c nel lungo termine.
Effetti collaterali e controindicazioni
Eccesso di fibre: l’assunzione improvvisa o eccessiva può causare gonfiore, flatulenza e crampi addominali.
Sostanze antinutrizionali: contengono piccole quantità di acido fitico, che può interferire con l’assorbimento di alcuni minerali se consumato in eccesso.
Interazioni farmacologiche: l’alto contenuto di fibre può interferire con l’assorbimento di farmaci orali (es. antidiabetici, tiroidei, antibiotici). Meglio assumerli a distanza.
Cianogeni: presenti in forma inattiva, ma in grandi quantità e senza cottura, potrebbero potenzialmente generare tracce di cianuro (rischio minimo se consumo entro 20 g/die e semi macinati).
I 3 modi “furbi” per usare i semi di lino al mattino
Acqua ai semi di lino (gel mucillaginoso)