Solo a scopo illustrativo
« Eravamo solo dei bambini, io e Harold. Dei ragazzi selvaggi e stupidi. Pensavamo di potercela fare. Ma alla vita… non importa dell’amore quando non c’è nient’altro che ti tenga insieme. »
« Quindi la bambina… era tua? Tua e di Sloan? »
Rose esplorò e, per un istante, la vidi giovane, con la stessa dolcezza negli occhi della donna nella foto.
È nata nell’agosto del 1985. Era un’estate caldissima. A quel tempo vivevamo a casa di sua madre. Niente soldi. Niente lavoro. Solo sogni. Pensavamo davvero di poter crescere bene nostra figlia.
« E l’hai abbandonata? »
« Pensavamo che una famiglia migliore avrebbe potuto darle ciò che noi non siamo mai riusciti a darle. »
« L’ha trovata il signor Sloan, non è vero? »
Ci ha messo anni. Diceva che era l’unica cosa che doveva fare prima di morire. Ecco perché si è trasferito qui. Stava sempre alla finestra a guardarti mentre lavoravi in giardino. Avrebbe voluto dirtelo tante volte. Ma era testardo. Orgoglioso. Pensava che gli avresti sputato in faccia per quello che aveva fatto.
« E tu? Perché mi ha lasciato TE? »
« Il mio corpo mi sta abbandonando. Harold pensava… forse… che io e te potessimo ancora avere qualcosa. Ti ha scritto una lettera. Avrei dovuto aspettare che tu fossi pronta. »
Tirò fuori una piccola busta dal suo cestino dei lavori a maglia.
« Quindi quella bambina… la ragazza nella foto… Ero io? »
« Sei sempre stata la mia ragazza. »
Aprii la busta con mani tremanti.
“Linda,
Mi merito ogni parola amara che potresti lanciarmi addosso. Avrei voluto dirti la verità mille volte, ma non sono mai stato abbastanza uomo da stare lì a vedere l’odio nei tuoi occhi.
Mi dicevo che ti stavo proteggendo, proprio come quando ti ho lasciato andare. Pensavo che avresti avuto una vita migliore senza di me.
Guardarti, le tue rose, la tua forza, quel fuoco che è in te, è stata l’unica cosa buona che ho fatto alla fine.
Spero che un giorno perdonerai la mamma per tutto quello che non è riuscita a fare. E forse troverai un modo per perdonare anche me.
Prenditi cura della mamma. Prenditi cura di te. Niente più segreti ora.
Con amore, papà »
Lacrime calde cadevano sulla carta. Non ricordavo l’ultima volta che mi ero lasciata andare alle lacrime. Per tutta la vita ho cercato di essere forte. Ero forte quando i miei genitori se ne sono andati.
Sono rimasta forte anche quando nessuno è tornato a prendermi.
Quando il signor Sloan gettò della terra sui miei fiori, io rimasi forte.
Mio padre mi sta punendo perché sono il suo fantasma.
Solo a scopo illustrativo
Non ero sicura di quanto tempo fossi rimasta seduta lì, abbracciandomi le ginocchia. Il temporale era passato. Alla fine presi la mano di Rose. Aveva gli occhi gonfi, come se avesse pianto anche lei.
« Non so ancora come perdonarti », mormorai.
« Lo so. »
« Ma voglio provare. Voglio che ci proviamo entrambi. »
« Abbiamo sprecato così tanti anni. »
« Allora non sprecheremo quello che ci resta. »
Eravamo sedute lì, due donne che erano state troppo dure con il mondo e con noi stesse, e sentivamo di non dover più combattere da sole.
Fuori, i fiori si piegavano al vento. Ma non si spezzavano.
E nemmeno noi.